Il fatto di collaborare, cioè di partecipare insieme con altri a un lavoro, a una produzione; l’opera di chi collabora, e il risultato di tale opera
Con allarmante frequenza si utilizza in unione con l’aggettivo “subordinata”, inteso come: io ordino, tu esegui, nei tempi, nei modi e al prezzo che dico io.
E’ un modo di vedere le cose, è il cavallo di battaglia di un certo tipo di imprenditoria. C’è anche quella che esaspera il concetto passando per: “non pago i fornitori, non pago i dipendenti, fallisco, chiudo, intanto il mio l’ho messo via e nessuno me lo prenderà mai”.
Un approccio comune che contraddistingue un certo tipo di imprenditoria, o meglio di “prenditoria”.
Le aziende e gli imprenditori che ragionano così hanno una prospettiva di sopravvivenza limitata. Può darsi che riescano a godere del loro operato, ma sono esperienze asfittiche, prive di futuro.
Noi pensiamo che collaborazione significhi lavorare insieme per raggiungere un obiettivo condividendo il risultato (magari in proporzione dell’impegno e del rischio, o sulla base di qualche altra regola a piacere).
Nel primo caso l’efficienza si può facilmente ottenere per mezzo della contrattazione esasperata, evitando di fornire servizi che ci si fanno retribuire, in mille modi, ma il risultato è sempre limitato in quanto non vi sono molti spazi di manovra: ognuno, in casa sua, ha già realizzato il massimo dell’efficienza (non è così ma facciamo finta che sia vero).
Non si investe nulla (fantastico!), si vessano fornitori e dipendenti, e il gioco è fatto.
Ma è un gioco che, pur apparendo vincente, in realtà non lo è.
Chi vince?
Vince chi collabora realmente, chi è altruista e mette in condizione i propri partner commerciali di essere efficienti a loro volta, investendo nello studio e nella digitalizzazione dei processi non solo al proprio interno, ma anche nel gruppo, nella catena del lavoro.
In quest’ambito vi sono grandissimi spazi, “praterie”, come si suol dire, che aspettano di essere conquistate. Se si riesce ad essere efficienti coinvolgendo tutta la catena del lavoro ( per esempio la catena logistica ), si ottengono benefici che i singoli “prenditori” non potranno mai neppure sognare. Questi ultimi finiranno fuori mercato mentre gli altri, senza colpo ferire, faranno man bassa sui loro clienti.
Perché si parla tanto di Digitalizzazione dei Processi, di Industria 4.0? Proprio perché questo è il momento conquistare le praterie.
Ovviamente si può scegliere di non farlo, è un atteggiamento lecitissimo e motivato da mille e mille cose.